Napoli |
Newsletter |
![]() |
![]() |
![]() |
Fatemi il favore non datemi del tu Dopo un´ora, i due si voltano le spalle e non si vedranno mai più, come non si fossero mai conosciuti. Il Lei, al quale ricorrono ancora i moribondi, non suppone vanità, orgoglio, superbia, senso di superiorità o disprezzo. Il Lei implica quella distanza tra esseri umani, che spesso è giusto conservare: non possiamo identificarci con tutti, essere uno con la persona incontrata al caffé o a teatro, e con la quale scambiamo discorsi insignificanti. Suppone discrezione e rispetto: l´occhio guarda con attenzione l´altro e vede svolgersi, davanti a lui, i suoi sentimenti e cerca di capirli e di interpretarli. E´ una specie di velo. Può nascondere l´affetto più profondo, la timidezza, l´incertezza, la perplessità, la devozione, la venerazione, l´ironia delicata. Qualche volta, il Lei si addolcisce, sfociando nel vero tu, quello dell´amicizia assoluta: a volte, persiste lungo due vite, come un legame flessibile che non può sciogliersi. L´uso generale del tu fa parte di un fenomeno più generale: quello della semplificazione avvenuta nella nostra epoca. Siamo convinti che, dopo l´avvento della società di massa e la cosiddetta globalizzazione, il mondo sia diventato uniforme; e allora ci sembra giusto che tutti scambino tra loro il pronome della vicinanza. Ma il mondo non è uniforme. Mentre i prodotti cinesi invadono l´Italia, gli emigrati marocchini e rumeni abitano le nostre città, le classi si suddividono in strati sociali sottilissimi, la realtà è diventata molto più contraddittoria, piena di misteriosi doppi fondi, talvolta incomprensibile. Un italiano del 1930 o del 1945 poteva descrivere con una certa precisione il proprio paese. Noi non conosciamo affatto l’Italia del 2010; e i giudizi che leggiamo nei giornali e nei libri peccano spesso per una grossolana approssimazione. Niente è quello che pare, o finge di essere. Tutto è sfumatura. Le parole non rivelano le cose. I nostri occhi sono divenuti ciechi: gli orecchi sordi. Se la realtà ci sfugge da tutte le parti, non possiamo rifugiarci nelle verità generali, che una moltitudine di esperti o di interpreti ci propone. Non c´è nulla di semplice o di stabile. La nostra intelligenza dovrà diventare sempre più attenta, sottile, inseguendo i colori diversi, le sfumature, le ombre, le apparenze, le incertezze, i misteri, i movimenti rapidissimi e contrastanti delle cose. Musil diceva: "Dobbiamo cercare di vivere come se fossimo nati per trasformarci dentro un mondo creato per trasformarsi, press´a poco come una goccia d´acqua dentro una nuvola". PIETRO CITATI
|